Dieci domande pre il Natale

Che cosa sapiamo di Natale? Sembra che tutto. Però leggiamo attentamente i testi dei Vangeli e subito nascono tante le domande.

1. Della nascita di Gesù parlano solo due vangeli: secondo Matteo e secondo Luca. I vangeli secondo Marco e secondo Giovanni si cominciano dal racconto del battesimo. Perchè? Giovanni dice che descrive quello che ha visto ma la nascita di Gesù lui sicuramente non ha visto. Il vangelo secondo Marco è il più breve e assomiglia più agli schizzi fatti durante i racconti del apostolo Pietro. Ma Matteo fece attenzione al collegamento di Gesù con l'Antico testamento, con la storia del popolo e con i profeti. In questo contesto la nascita di Gesù ha un significato particolare. Il vangelo secondo Luca non solo è il frutto della raccolta scrupolosa dei fatti ma probabilmente anche della conoscenza con Santa Maria, per la quale la nascita del Figlio è l'avvento più importante della sua vita.

2. Qui si può trovare la risposta sulla seconda domanda: perchè i racconti di questi due autori sono così diversi? Veramente Matteo comincia dalla genealogia di Giuseppe, dopo racconta del suo sogno, poi segue il racconto molto breve della nascita, poi dell'adorazione dei magi e della fuga in Egitto. Il ruolo di Maria è assolutamente passivo e minimale. Invece Luca racconta dell'annunciazione, del incontro di Maria e Elisabetta, dell'adorazione dei pastori e quasi niente di Giuseppe.

3. La genealogia secondo Matteo è molto strana: non corrisponde con i racconti del Antico testamento. Se provare di confrontarla col testo del Antico testamento si può notare i fatti particolari. Il primo nome menzionato da Matteo è Abramo. Da Abramo a Davide sono quattordici generazioni. Da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione a Cristo è, infine, di quattordici. 14, 14 e 14. Però nell'Antico testamento non è così. Da Abramo a Davide le generazioni sono veramente quattordici, ma da Davide alla deportazione no. Matteo scrive: “Ioram generò Ozia”. Ma Ioram non è il padre di Ozia, è il suo bisnonno: così mancano tre generazioni. Poi: “Giosia generò Ieconia” però Ieconia non è il figlio di Giosia, è il suo nipote: manca un'altra generazione. Dopo la deportazione e fino a Gesù anche manca una generazione: Matteo scrive che Salatiel generò Zorobabele, ma quest'ultimo è il nipote di Salatiel e non suo figlio. (Anche Luca dà la genealogia di Gesù, però secondo lui da Davide alla deportazione sono quattordici generazioni; e Luca non mette la genealogia nel racconto della nascita, ma nell'episodio del battesimo). Il calcolo di 3 x 14 generazioni (Mt 1,17) ha un significato simbolico. Tre è il numero della divinità. Quattordici è il doppio di sette. Sette è il numero perfetto. Per mezzo di questo simbolismo Matteo esprime la convinzione dei primi cristiani secondo cui Gesù apparve nel tempo stabilito da Dio. Con il suo arrivo la storia raggiunge la sua pienezza.

4. Nella genealogia secondo Matteo sono presente quattro donne. Nella società patriarcale dei Giudei, le genealogie indicavano solo nomi degli uomini. Sorprende il fatto che Matteo indichi anche il nome di cinque donne tra gli antenati di Gesù: Tamar, Raab, Ruth, Bezabea (la moglie di Uria) e Maria. Perché Matteo sceglie precisamente queste quattro donne per compagne di Maria? Nessuna regina, nessuna matriarca, nessuna delle donne lottatrici dell’esodo: perché?
Nella vita delle quattro donne compagne di Maria c’è qualcosa di anormale. Tutte e quattro sono straniere, concepirono i loro figli fuori dei canoni normali e non soddisfarono le esigenze delle leggi della purezza del tempo di Gesù. Tamar, una Cananea, vedova, si veste da prostituta per obbligare il patriarca Giuda ad essere fedele alla legge ed a dargli un figlio (Gen 38,1-30). Raab, una Cananea di Gerico, era una prostituta che aiutò gli Israeliti ad entrare nella Terra Promessa (Gs 2,1-21). Però non esiste qualche approvazione che lei avrebbe un figlio da Salmon. Nella lettera agli ebrei è scritto: «Per fede Raab, la prostituta, non perì con gl'increduli, avendo accolto con benevolenza gli esploratori». E' menzionata anche nella lettera di Giacomo. Ruth, una Moabita, vedova, povera, scelse di rimanere accanto a Noemi e di aderire al Popolo di Dio (Rt 1,16-18). Prese l’iniziativa di imitare Tamar e di andare a passare la notte nell’aia, insieme a Booz, obbligandolo ad osservare la legge ed a dargli un figlio. Dalla relazione tra i due nasce Obed, antenato del re Davide (Rt 3,1-15; 4,13-17). Bezabea, una Hittita, moglie di Uria, fu sedotta, violentata e messa incinta dal re Davide, che oltre a questo, ordinò di uccidere il marito della donna (2Sam 11,1-27). La buggiarda, la prostituta, la moglie infedele: che scelta strana... Però sembra che Matteo non pensava bene delle donne: nel suo vangelo presentano solo la moglie di Pilato e Erodiade (tranne due ammalate e due Maria): anche loro non sono molto simpatiche...
5. Così possiamo fare un'altra domanda: ma per che cosa serve la genealogia di Giuseppe se non è il padre di Gesù? E come mai Gesù è il “figlio di Davide” se Davide è l'antenato di Giuseppe? Ma per Matteo è importante collegare Gesù con Davide perchè così sarebbe possibile collegarlo anche con i profeti. La genealogia definisce l’identità di Gesù. Lui è il “figlio di Davide e il figlio di Abramo" (Mt 1,1; cf 1,17). Figlio di Davide, è la risposta alle aspettative dei Giudei (2Sam 7,12-16). Figlio di Abramo, è una fonte di benedizione per tutte le nazioni (Gen 12,13). Giudei e pagani vedono realizzate in Gesù le loro speranze. E interessante che l'apocrifo di Pseudo Matteo dà la sua risposta su questa domanda scrivendo che anche Maria è dalla classe di Davide. Così Gesù è il “figlio di Davide” come figlio di Maria e non di Giuseppe... Il sacerdote ortodosso Georgio Chistjakov dà una risposta diversa: “La Bibbia si comincia dalle parole “In principio”: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Ma anche i vangeli parlano del principio, dell'inizio. Marco comincia il suo testo così: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo”. Anche Luca comincia: “Poichè molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio...” E Giovanni: “In principio era il Verbo”. Possiamo vedere che l'Antico testamento ma anche i vangeli trasmettono l'idea del principio, del inizio. Però nel primo questa è idea del inizio del mondo e negli altri è l'idea del inizio della nuova tappa della storia umana che si apre con Gesù. Gesù è nato per tutti gli uomini. È il primo che l'incontra è Giuseppe. Così Giuseppe presenta dal nome di tutti gli uomini. Proprio per questo motivo la genealogia di Giuseppe diventa genealogia di Gesù. È la genealogia dell'umanità per la quale è venuto Gesù. Non è la genealogia degli antenati del Salvatore ma dell'umanità. Guardando con l'attenzione non è difficile notare che qui (nella genealogia) ci sono pochi i nomi dignitosi, in generale sono le persone criminali, arroganti, arrabbiati, immorali, terribili. Una genealogia terribile. Però Gesù è venuto per l'umanità caduta, non per quella benestante. E questa genealogia è il ritratto dell'umanità caduta”.

6. Matteo racconta anche del sogno di Giuseppe. E qui abbiamo un'altra domanda interessante: perchè il Bambino fu chiamato Gesù mentre il profeta diceva di Emanuele? L'angelo nel vangelo secondo Luca annuncia ai pastori la nascita di Cristo. Ma questi tre nomi hanno significati assolutamente diversi: Emanuele è “Dio con noi”, Gesù è “Dio salva” e Cristo è “unto, consacrato”. Però “Cristo” non è il nome e neanche cognome, è una caratteristica... Anche il profeta forse non diceva del nome, ma dell'avvenimento: del Dio che vive con noi.

Il vangelo secondo Luca è molto più ricco degli avvenimenti ma anche delle domande.

7. Luca comincia il suo racconto dalla storia di Zaccaria e Elisabetta che collega questo vangelo con quelli secondo Marco e secondo Giovanni: anche loro si cominciano dalla storia di Giovanni. Ma perchè? Il battesimo per noi significa un rito cristiano. E come Giovanni poteva battezzare prima della morte di Gesù? Lui battezzava coloro che accettavano il messaggio dell'avvicinamento del Regno di Dio, battezzava con lo scopo dell'eliminazione simbolica dal corpo del peccato dopo la purificazione dell'anima attraverso la confessione e le buone opere. Questo battesimo esisteva anche nel giudaismo per gli stranieri che accettavano la fede e per gli ebrei che hanno toccato qualcosa immonda. Il rito si chiamava “tvila” da dove deriva il sopranome di Giovanni: Hamatvil. Gli essei erano più severi credendo che l'abluzione rituale è necessaria non solo dopo il contatto con le cose o con gli animali immondi, ma anche dopo le opere cattive: così la confessione anche è necessaria. L'abluzione era il simbolo dell'appartenenza alla comunità. Il battesimo di Giovanni era diverso perchè lo facevano solo una volta. Giovanni Crisostomo scrisse: “Così l'abluzione dei giudei non liberava dai peccati, ma solo dall'impurezza del corpo. Il battesimo di Giovanni era molto più alto di quello ma più basso del nostro: era come un ponte tra due riti... Perchè Giovanni non portava alla purificazione del corpo ma consigliava di passare dal peccato alla bontà e di sperare di salvarsi attraverso le opere buone. Giovanni diceva: “Fate dunque frutti degni di conversione” (Mt 3,8). Il battesimo di Giovanni comprendeva la confessione però non aveva il potere della liberazione dai peccati. Ecco perchè Giovanni diceva: “Io vi battezzo con l'acqua... ma colui che viene dopo di me... vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt. 3,11). Si può vedere che il battesimo di Giovanni non dava Spirito Santo e liberazione dai peccati leggendo: Paolo “trovò alcuni discepoli e disse loro: “Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?”. Gli risposero: “Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo”. Ed egli disse: “Quale battesimo avete ricevuto?” “Il battesimo di Giovanni” risposero. Disse allora Paolo: “Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù”. Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo” (At. 19, 1-6). Vedi come era imperfetto il battesimo di Giovanni? Perchè se non sarebbe imperfetto Paolo non battezzerebbe loro un'altra volta. Adesso è necessario dire perchè Cristo fu battezzato e con il quale battesimo? Non aveva la necessità della liberazione dai peccati: come questo sarebbe possibile per colui che non aveva nessun peccato? Anche il suo corpo non era estraneo allo Spirito: come questo sarebbe possibile se in principio fu generato dallo Spirito Santo? Però se il suo corpo non era estraneo allo Spirito Santo e lui non aveva i peccati, per che cosa fu battezzato? Non con il battesimo nostro o quello giudeo ma con il battesimo di Giovanni... Per due motivi: del uno parla un discepolo, dell'altro ha detto lui stesso a Giovanni. Per diventare noto al popolo è il primo motivo. E altro: quando Giovanni ha chiesto: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poichè conviene che così adempiamo ogni giustizia” (Mt. 3, 14-15). Ma che cosa è questa giustizia? Luca scrisse di Zaccaria e Elisabetta: “erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore” (Lc. 1, 6). L'obbedienza al profeta era giustizia (e Giovanni è profeta). Cristo fu circoncisione, teneva i sabati e le feste dei giudei e fu anche questo fu battezzato dal profeta. Perchè se l'obbedienza a Dio è la giustizia e Dio ha mandato Giovanni per battezzare il popolo, così Cristo ha realizzato anche questo comandamento”.

8. Nel racconto dell'annunciazione sono interessante le prime parole di Maria: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Sembra che se lei conoscesse uomo, il messaggio dell'angelo non sarebbe strano, fuori del comune. Però è proprio così: nella storia del Israele succedeva che partorivano le donne sterili; anche l'angelo disse dell'esempio di Elisabetta.

9. Ma che differenza è tra la gravidanza di Elisabetta e quella di Maria? Perchè Gesù è figlio di Dio e Giovanni no? Perchè Zaccaria partecipava nella concezione, cioè era il padre biologico di Giovanni, anche se con l'aiuto di Dio, ma Giuseppe non toccava Maria fino alla nascita di Gesù. (A proposito: dicono che durante le ricerche sulla Sindone furono trovate solo cromosomi femminili; se la versione è giusta, questo sarebbe un argomento molto fortissimo a favore della verginità di Maria: Gesù non poteva avere cromosomi maschili!).

10. Interessante è anche un'altra domanda: su Maria stende la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Che cosa significa? Nella mitologia greca sicuramente ben nota a Luca Danae concepisce dalla luce; e come mai Maria — dall'ombra? Nella Credo si dice: “Luce da luce”, però questo detto del Figlio di Dio; forse della sua incarnazione è più giusto dire «luce da ombra»? O anche «ombra da ombra»: Gesù incarnato in qualche senso è «l'ombra» del figlio di Dio.

E finalmente l'ultima domanda. L'angelo dice ai pastori che è nato loro Salvatore. Ma da che cosa dovrebbe salvarli il Salvatore? Probabilmente dall'occupazione romana, cioè loro aspettavano un guerriero, un uomo forte. Però hanno visto un bambino piccolo... Come loro riuscirono capire che è il Salvatore? Perchè non restarono con lui? Perchè proprio spariscono dalle pagine della Bibbia? Ma le risposte per queste domande io non ho trovato.

Olga Kvirkveliya